Simboli, Archetipi ed Energie
Comprendere e usare le energie archetipiche



Il labirinto nell'arte moderna

Mondrian, Composizione

Il mito del labirinto, dalla genialità di Dedalo in poi, è stato trasformato con il passare dei secoli in un gioco enigmistico, torneo cavalleresco cinquecentesco, vezzo per incontri di dame settecentesche, sfida per eroi e percorso iniziatico.
Ma l’importanza del significato esoterico è stata salvata dalla dissacrazione - che lo aveva portato ad essere principalmente divertimento e passatempo - dalle religioni e dall’arte.
Nel primo caso, dando forma alle catacombe e poi realizzato sui pavimenti di alcune cattedrali gotiche europee, ci viene presentato come una “strada di fede” che, attraverso difficoltà di ogni genere, ci avvicina a Dio che ovviamente sta al centro.
Per l’arte il discorso si fa più ramificato e complesso. Qui diamo alcuni esempi di raffigurazione di labirinti nell'arte moderna: possiamo riconoscerne in quadri di pittori come Klee, Mondrian, Mirò, Pollock…
Spesso ritroviamo anche la figura del Minotauro, via via riletta in diverse forme: dalla profonda solitudine emanata dal quadro di Watts alla trasformazione in vittima e/o carnefice delle tauromachie di Picasso, che unite al significato misterioso e introspettivo del labirinto ci possono dare un’idea della complessità della mente umana.
Klee sosteneva che unendo le venature del legno o del marmo si possono ottenere percorsi e figure grottesche con le quali alimentare la fantasia.
Da qui nascono le sue città immaginarie e i suoi percorsi stradali multicolori.
Mondrian, a suo agio nell’ambiente esoterico, vive la sua arte come ricerca della Realtà Pura, come lui stesso definisce il raggiungimento della conoscenza, dando luogo ai suoi famosi quadri nei colori primari, così chiari nella loro complessità da dare un senso di calma e ripetitività nell’osservatore.
Anche per Giacomo Balla i labirinti sono una forma di studio delle scienze occulte, mentre per De Chirico sono la rappresentazione grafica dell’idea di enigma.
Il pittore spagnolo Joan Mirò affronta invece il concetto di labirinto esprimendolo sotto forma di linee a spirale, che sono sempre presenti nella maggior parte dei suoi dipinti.
Ma la mente può anche smarrirsi cercando il significato profondo del mistero: lo dimostra con la vita e le opere uno degli artisti più rappresentativi degli ultimi decenni, Jackson Pollock.I suoi sono labirinti senza uscita, nessuna porta si apre in fondo al percorso, nessun Dio al centro, soltanto angoscia di un viaggio senza ritorno nelle sue sgocciolature di colore cupo, con sprazzi di tinte violente: altro non sono che rappresentazioni di quella lucida follia che lo ha portato a dipingere i capolavori che tutti conosciamo, ma anche simbolo della sua vita travagliata, segnata da depressioni e ricoveri.
Che davvero - come raccontano storie di altri tempi - al centro del labirinto del castello di Minosse non ci fosse un mostro ma... uno specchio?


Testo di Anthea per https://www.ilcerchiodellaluna.it
© 2006
Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it il 7 febbraio 2006

Giacomo Balla, Seraluci, 1929
Giacomo Balla, Vortice spazio forme
Klee, In the current six thresholds, 1929
Mirò, Chiffres et constellations amoreux d'une femme, 1959
De Chirico, Arianna, 1913
Escher, Relatività
Pablo Picasso, Guernica
Mondrian, Composizioni
Robert Morris, Labirinto, 1974
Jackson Pollock, Pasiphae (1943) e Detail, Number 8 (1949)
Dalì, Il labirinto, 1941 (scenografia) e Il labirinto, 1976




           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
         
 



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