Quella che segue è la più commuovente, emozionante e poetica (seppur scientifica) spiegazione
dell’origine del sistema solare e della vita sulla Terra.

Nel ringraziare Starhawk per averla pubblicata su un suo libro, desideriamo renderla disponibile a più
gente possibile, affinchè tutti possano goderne.

Ti invitiamo quindi a leggerla come una meditazione, o come una storia d’amore….

GAIA: LA GENESI
Di Starhawk



Prima dell'inizio...

In una spirale roteante di gas, calore e luce, un minuscolo granello di polvere danzava e roteava, era il seme di Gaia.
Vibrando e pulsando con una passione elettrica, atttirò a sè altri grani, altri semi, finché insieme non formarono una sfera, che roteava e danzava nella lente radiosa, che sarebbe poi diventato il Sole.
I danzatori agitavano le braccia, roteavano le gonne, si urtavano a vicenda, così si fusero. Diventarono sempre più grandi, rotearono e danzarono sempre più velocemente, così furono attirati l'uno verso l'altro dall 'attrazione appassionata della gravità. A volte si scontravano in una morte incandescente, altre in un'unione d'accoppiamento, finché i pianeti non si solidificarono nelle loro orbite, girando attorno a un sole ardente.

Gaia era calda, la sua superficie eruttava pennacchi e fiumi di fuoco, il suo volto veniva bombardato da missili di roccia, lasciandola butterata da crateri, fecondata dal ghiaccio e dai prototipi chimici della vita.
Lentamente si raffreddò, e sulla sua superficie si combinarono e ricombinarono pacchetti di energia, congelati nella forma. Il ghiaccio si sciolse e formò i mari primordiali, che lambirono una spiaggia rocciosa. I fulmini colpivano le rocce, le onde lambivano la costa e tornavano indietro, la zuppa d'energia ribollì e si raffreddò, si asciugò e venne sommersa, più e più volte ancora. Alcune bolle formarono una pellicina sottile, che racchiudeva filamenti cristallini d'energia congelata, organizzata in una struttura radicalmente nuova, una struttura che trasferiva informazioni, che comunicava istruzioni per la riproduzione. La doppia elica del DNA fu il primo grande salto creativo della vita, che aprì la strada a tutti i successivi. La vita era nata.

Il dono degli antenati

La vita sulla terra era ancora relativamente nuova. Inizialmente, una serie di esseri semplici e unicellulari popolavano i mari, modificando le strutture dell'energia attorno a loro, scomponendo le grandi molecole (ammassi complessi di energia danzante e forma) in blocchi più piccoli, usando l'energia così rilasciata per muoversi e danzare. Riempirono i mari in un'abbondanza promiscua, scambiandosi costantemente pezzi di DNA, avvicinandosi timidamente e bisbigliando con voce smielata la loro versione di "Ehi bambola, la sola idea di scambiare dei geni con te mi fa brulicare la cellula!". Formarono un insieme di vita, un serbatoio mondiale di geni, una sorgente planetaria d'informazione e sperimentazione. Ma dopo un po' la vita giunse a un punto di crisi: non aveva più nutrimento a disposizione. Non c'erano abbastanza molecole complesse perché essa potesse continuare, quindi iniziò a morire di fame e a spegnersi. Tuttavia, la vita è sempre stata dotata d'inventiva e creatività. Quei semplici esseri unicellulari stavano già sperimentando delle forme diverse: alcuni erano lunghi e magri, si contorcevano e nuotavano, altri erano rotondi e grassi. Alcuni si adattavano al caldo, altri al freddo.

Continuavano a scambiarsi i geni, mutavano forma, cambiavano e si trasformavano. A quel tempo non esisteva ancora un'intelligenza sul pianeta, ma la vita inventò qualcosa di così brillante, di così straordinario, da trasformare l'intera natura dell'esistenza e l'atmosfera stessa.
La vita inventò un mandala, una bellissima molecola, come un fiore decorato dotato di una qualità magica. Quando un fotone di luce colpì il cuore di questa struttura, essa cominciò a vibrare e tremare, scatenando una catena di reazioni che raccolse l'energia solare, per trasformare il diossido di carbonio e l'acqua in nutrimento.
La seconda grande invenzione della vita fu la clorofilla e il processo di fotosintesi, così finalmente le piante, i raccoglitori di luce solare, fecero la loro prima comparsa.
Le piante riempirono i mari e le fenditure delle spiagge, lanciando una striscia di vita trasparente sulla roccia e la sabbia. La vita prosperò come mai prima d'allora.
Ma c'era un problema. Il miracoloso processo di fotosintesi espelleva un prodotto di scarto, un gas tossico che bruciava e distruggeva qualunque cosa toccasse. E mentre la vita cresceva, in centinaia di milioni di anni, in un miliardo, poi in due, questo gas inquinò l'aria, e la vita non poté più evitarne il tocco mortale.
La vita non si arrese: continuò a sperimentare e a inventare. Alcune di queste minuscole creature scavarono nel fango, per evitare il gas tossico; altre si raggrupparono insieme per proteggersi.
E altre ancora scoprirono un nuovo miracolo: invertendo uno dei passi della danza della fotosintesi, si creò un nuovo processo che poteva prendere il gas tossico, che chiameremo ossigeno, e usarlo per bruciare il nutrimento e ottenere energia,
Così nacquero gli organismi respiratori, coloro che si cibavano dei raccoglitori di luce solare, bruciandone i corpi come carburante per la vita. Gli organismi respiratori bruciavano cibo, emettendo così il diossido di carbonio, che le piante (con l'aiuto del sole) poi ritrasformavano in nutrimento; viceversa, le piante emettevano ossigeno, che gli organismi respiratori usavano per bruciare cibo.
Gaia iniziò a respirare, il suo respiro andava avanti e indietro, continuando ad accumulare ossigeno per trasformarsi.
Dopo milioni di anni, gli organismi respiratori presero il mandala della clorofilla, trasformarono l'atomo al suo centro in ferro, e formarono l'emoglobina che nuota nelle cellule del nostro sangue.
Così il ciclo divenne completo, e la terra inspira ed espira, dal rosso al verde, dal verde al rosso.
Quest'aria che respiriamo è un dono dei nostri primi antenati: con ogni respiro riceviamo il risultato della loro grande creatività, con ogni espirazione lo restituiamo.
L'equilibrio si mantiene in modo così perfetto che l'ossigeno rimane nella quantità adatta a sostenere la vita. Se ci fosse anche una minima percentuale di ossigeno in più nell'aria, ogni scintilla accenderebbe un fuoco che incendierebbe tutta l'atmosfera, e se ce ne fosse un po' di meno, nessun fuoco brucerebbe e non potremmo vivere.

Cooperazione e complessità
Gli organismi respiratori aggiunsero qualcosa di nuovo alla danza della vita.
I raccoglitori di luce solare galleggiavano in un oceano simile all'utero che
conteneva gli elementi di cui avevano bisogno per produrre nutrimento.
L'energia che gli serviva arrivava in abbondanza dal sole.
La vita era semplice e potevano limitarsi a esistere e ricevere.
Ma gli organismi respiratori avevano bisogno di trovare cibo dai corpi
morti dei raccoglitori di luce solare o da quelli viventi. Dovevano essere
più mobili, più aggressivi, inseguendo, invadendo e squarciando, prima
di poter digerire la loro preda e farla sparire.
Ogni tanto un organismo respiratore aggressivo uccideva una forma di
vita che non sì dissolveva; oppure ne assumeva una che non poteva
digerire. E invece di mangiarsi a vicenda, le forme di vita si fusero e si
supportarono a vicenda.
Un organismo respiratore poteva produrre del cibo in modo più efficiente per un
batterio spazzino; un raccoglitore solare e un organismo respiratore potevano
allearsi per fare l'uso migliore di tutte le possibili risorse d'energia.
Una creatura lunga, secca e contorcente poteva sotterrare la testa in questa nuova
cellula più larga e darle mobilità in cambio di cibo.
Un centinaio, un migliaio di minuscole creature potevano unirsi per diventare un essere più grande,
mettendo così in comune le loro biblioteche d'informazioni di DNA cristallino in un nucleo centrale.
E una nuova forma di vita era nata. ancora unicellulare, ma migliaia di volte più grande delle precedenti, e assai più complessa. Erano nati gli eucarioti, le cellule dotate di nucleo, che sono gli antenati di tutte le creature più grandi. Questa nuova forma collettiva aprì alla vita una vasta gamma di possibilità, per due miliardi di anni i batteri erano stati gli unici modelli di riferimento: ora la vita iniziava a sperimentare e a cambiare. Uno dei primi esperimenti fu il sesso. I batteri inventarono una semplice forma di sesso, scambiandosi geni come fossero pettegolezzi all'interno di un serbatoio mondiale. Le variazioni create da questo processo permisero loro di mutare ed evolversi. Tuttavia, il loro processo di riproduzione era ancora semplice: ogni cellula si riproduceva per replicazione, creando una copia identica a sè stessa. Ogni eucariota possedeva un centro, un nucleo contenente una biblioteca d'informazioni genetiche, organizzate in coppie di cromosomi di DNA. Impararono a dividere quelle coppie, a tagliare il mazzo prima di rimischiarlo: ogni metà del mazzo di geni poteva combinarsi con la metà del mazzo di un individuo diverso.
Era nata la riproduzione sessuale, che divenne molto popolare.

Queste nuove cellule iniziarono a sfruttare la loro cooperazione per formare delle colonie. Alcune impararono a trarre i minerali dall'acqua del mare e a intessere una serie di sfere di forme intricate e cristalline. Alcune introdussero le strutture di ramificazione delle radici e le superfici piatte delle foglie. Altre costruirono i primi veri corpi fatti di molte cellule, collegati dai tubi di comunicazione dei nervi, 580 milioni di anni fà la vita si riempì di varietà; si fece crescere le gambe e iniziò a camminare sul fondo marino e sulla riva. Cominciò a tessere gusci dalle forme ornate ed elaborate, provò le code, le pinne, gli arti palmati, i segmenti, i carapaci e le antenne. E questo sviluppo della vita divenne più strano, più affascinante e più bizzarro di tutta la vita successiva messa insieme. Finché non accadde il disastro: forse fu causato dalla caduta di una meteora, oppure dai grandi vulcani che eruttavano fumo nell'aria. Comunque sia, la terra fu ricoperta da una coltre di nuvole che dapprima bloccò la luce del sole e, successivamente, scaldò l'atmosfera. Qualcosa cambiò il clima della terra, provocando un'enorme estinzione che decimò il novanta per cento della vita. Quello che sopravvisse non era così vario e inventivo. Ma la vita sperimentò molte varianti sulle strutture di base, e ricominciò a crescere e a evolversi. l mari furono colmati e la terra colonizzata. I dinosauri popolavano le grandi foreste di felci e le lucertole volanti si libravano nei cieli.

Poi, dopo tanto, tanto tempo, un'altra meteora si schiantò sulla terra, lasciando un enorme cratere del diametro di 160 chilometri e i dinosauri morirono. I loro piccoli discendenti, le lucertole e gli uccelli, ancora cacciano e si librano. Un piccolo mammifero, simile al toporagno, sopravvisse al cataclisma, dando origine ai topi e ai cervi, alle tigri e ai mammut, ai bisonti, ai cavalli, alle scimmie e a noi,

Ed eccoci qui, con i nostri pollici e i nostri grandi cervelli, inventivi, creativi, aggressivi, coscienti in qualche modo, ignari degli altri; lottiamo ancora per imparare le lezioni che gli antenati ci hanno lasciato in eredità: che tutto muta, tutto è interdipendenza.
Si può sopravvivere solo cooperando, condividendo le risorse, scambiando informazioni. La trasformazione può giungere all'improvviso, come un cataclisma, e quando questo accadrà, gli esseri più piccoli saranno pù attrezzati di quelli grandi alla sopravvivenza. Quando si affronta una grande crisi, la vita è capace di grande inventiva. Non siamo meno creativi dei cristalli che hanno inventato il DNA, né meno artisti dei batteri che hanno modellato la clorofilla.

La vita, per sua stessa natura, possiede un grande potere di creatività e trasformazione che alla fine prevarrà.

Tratto da:
Starhawk, Il Sentiero della Terra, Macro ed., 2005

Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it nel febbraio 2008