Astrologia Evolutiva
Un percorso di autoconoscenza incentrato sull'anima


I tre pianeti del femminile : La Luna, Venere e Proserpina
di Manuela Caregnato

Cosa vuol dire essere donna?
Questa domanda vive nel cuore di ogni donna sin dai tempi antichi.
Essere donna significa indubbiamente incarnare un mistero: madre, amica, sorella, matriarca, ma anche donna impegnata, donna che lavora, donna che lotta.
Se il maschile può essere rappresentato da una linea retta, il femminile è una linea a curve, a tratti concava fino a sprofondare sotto terra, a tratti arcuata fino a toccare le vette più elevate.
E'’ interessante esplorare la variegata, complessa natura del femminile attraverso quel magico strumento che è l’astrologia, che nella sua rappresentazione della realtà si avvale di strumenti che trascendono il tempo e lo spazio: i simboli e gli archetipi.

I simboli planetari che l’astrologia associa per eccellenza all’universo femminile sono 3: Luna, Venere e X .

Essi a loro volta ci riconducono a degli archetipi, principi primari che appartengono all’inconscio collettivo e in cui tutta l’umanità si riflette.
Moltissimi sono gli archetipi associati ai simboli del femminile, infatti ogni cultura ha prodotto i propri, ma l'archetipo femminile probabilmente più antico è quello di Madre Natura, o Gaia, intesa come Dea Madre, o Grande Madre, ampiamente testimoniato dagli innumerevoli ritrovamenti di statuine risalenti ai tempi più remoti, raffiguranti immagini femminili tondeggianti con grandi seni e ventri fecondi.
E’ un archetipo questo, che affonda le sue radici in tempi davvero lontani, quando per l’uomo fu naturale vedere nella natura stessa la Madre di tutte le forme viventi, nonché l’origine della vita e di ogni forma di sostentamento.
Il simbolo astrologico cui l’astrologia associa questa energia è X, un pianeta intorno al quale ad oggi ancora gli astrologi si stanno confrontando per chiarire quale sia e se sia stato effettivamente scoperto o meno, ma di cui la prima astrologa ad ipotizzare l’esistenza fu Lisa Morpurgo.
La Morpurgo attribuì ad X il significato di grande principio femminile, e ne collocò la sede primaria nel segno del Toro, accanto a Venere.
Il domicilio di X nel Toro equivale all’apparizione della vita vegetale sul nostro pianeta, e l’amore per la natura di questo pacifico e sensuale segno ci riporta proprio all’immagine di Gaia, i cui seni sono le montagne e le colline, le cui foreste sono la folta capigliatura, e i cui corsi d’acqua sono il ventre stesso della Madre.
Si tratta di un’immagine di femminile materno indifferenziato, di grande grembo fecondo, avvolgente ma anche fagocitante.
L’uomo in quel tempo era in balia di una Natura che amava e temeva allo stesso tempo, sentendosi di fronte ad essa completamente impotente.
Madre natura era vista come un'energia potente, istintiva, padrona, che può decidere per la vita e per la morte dei suoi figli.
Si tratta di un principio femminile ancestrale, il cui funzionamento si vede molto bene nel mondo animale, dove la mamma addirittura può abbandonare il suo cucciolo, se ritiene che non sia adatto alla sopravvivenza, e comunque lo allontana non appena questo diventa autosufficiente.
Questo principio primario archetipico fa riferimento ad un tempo che storicamente corrisponderebbe all’era del Toro, quando ebbe inizio nel pianeta la cosiddetta vita organizzata in senso territoriale, con la nascita del sistema dell’allevamento e della chiusura del territorio, forme di organizzazione che garantivano la sopravvivenza e il sostentamento, oltre che il benessere della gente.
Dunque X è l’utero, il contenimento, il nutrimento primo e le altre due sue sedi sono Bilancia e Sagittario, che rappresentano con il toro i tre passaggi del femminile in termini di nutrimento: prima il nutrimento fisico (toro), poi il nutrimento attraverso la relazione (bilancia), ed infine il nutrimento della conoscenza spirituale e filosofica (sagittario).

L’altro grande e ben più noto simbolo del femminile in astrologia è la Luna.
La luna ci parla di un passaggio dall’idea di un'unica grande Madre a quello di una triade.
Passaggio che ebbe luogo nella fase più evoluta e relativamente più recente dell’epoca che definiamo matriarcale.
Il matriarcato è una forma sociale la cui apparizione sulla terra si data approssimativamente a 10.000 anni a.c. per arrivare fino a circa 3000 anni a.c., quando questo venne progressivamente soppiantato da culture di stampo patriarcale.
Ma fu solo nell’ultima fase di tale cultura che si passò dall’idea di un’unica grande madre, a quella di una triade, rappresentata dalle tre Dee lunari, che simboleggiano i tre cicli della luna, nonché del femminile:
la fanciulla, la madre e l’anziana, ovvero la luna crescente, piena e calante.
Dunque la luna è l’altro pianeta del materno, insieme a X, ma a differenza da esso, la luna ci rimanda ad un immagine meno indifferenziata, più specifica nelle sue tonalità.
Possiamo associare le tre fasi della Luna ad altrettante Dee, o archetipi appartenenti alla tradizione mitologica:
Alla luna crescente appartiene la categoria delle dee vergini, ben rappresentata da Artemide e Kore nella mitologia greca, la prima libera e selvaggia, la seconda innocente e pura. Esse rappresentano un’immagine di femminile verginale che racchiude in sé ancora tutte le potenzialità che si dovranno sviluppare e dare frutti in seguito.
La luna piena è invece associabile ad archetipi quali la greca Demetra, l’egiziana Iside, l’induista Shakti, l’africana Yemaya o ancora la Pachamama dei popoli andini, la grande madre natura che fa dono di sé attraverso la fertilità della terra ed il raccolto.
Essa è legata ad un’idea di pienezza, di maturità, di nutrizione e di fertilità. Rapportata alle età della donna rappresenta la maturità, l’età feconda della donna.
La terza fase è la luna calante, che rappresenta la funzione del femminile in età più avanzata, che è in grado di sostenere la vita attraverso la sua saggezza e la sua conoscenza dei misteri. E' la parte spirituale e magica del ciclo lunare, e l’archetipo che meglio la rappresenta è Ecate, insieme a Nut e Stige.
Ovviamente ogni donna ha un archetipo femminile, che è formato da più strati, poiché tutte le figure femminili che incontriamo collaborano a formarlo, ed ognuna di noi nel corso della vita avrà modo di fare esperienza di diversi archetipi, a seconda dell’età, delle scelte ed altro, e sarebbe estremamente limitativo rinchiudere sé stesse in una sola struttura psicologica, tanta è la ricchezza di ogni donna..
Tuttavia l’astrologia ci insegna che ogni luna è legata ad un modello archetipico di base che mette in rilievo determinate funzioni e soprattutto determinati bisogni.

Distinguiamo diverse tipologie di femminile a partire dall’elemento in cui si trova la luna.
Le lune d’aria sono legate ad un’idea di femminile che non si identifica necessariamente nella maternità. La luna d’aria ha bisogno di socializzare, ed in particolare di percepirsi libera da obblighi famigliari.
L’archetipo più vicino alla luna d’aria è ancora Artemide, la dea arcera autosufficiente, libera, in grado di porsi obbiettivi e di perseguirli. Essa rappresenta un tipo di donna che vive a contatto con altre donne, le amiche, attraverso la cui frequentazione lei stessa può rafforzare la sua identità sessuale. E'’ una luna molto sociale, che interviene volentieri a difesa delle altre donne, come dimostrano alcuni episodi del mito.
La luna d’aria, specialmente aquario, corrisponde ad una tipologia di femminile che non disdegna lo stato di single. E’ una donna impegnata socialmente, che combatte per i diritti delle altre, qualcosa di molto differente dal contenimento che normalmente si attribuisce alla funzione lunare.
La luna Bilancia pone un’accento particolare sugli ideali di giustizia, e corrisponde ad un tipo di donna che può ben essere paragonata all’archetipo dell’egizia Maat, Dea di giustizia e verità, ispiratrice degli elevati ideali di questa luna. Anche Iside, archetipo per eccellenza dell’anima compagna, ci riporta a quella tipologia di donna , luna bilancia, che teme la solitudine e investe moltissima energia nel costruire una relazione in cui trovare il proprio completamento, il proprio scopo.
La luna Gemelli è più frivola, ama il flirt e la vita sociale, e di solito non è particolarmente impegnata. Molto più interessata a fenomeni come la moda e il gossip, che alle battaglie sociali, ha bisogno di intrecciare reti di rapporti all’interno dei quali comunicare, scambiare informazioni, muoversi continuamente.
La donna con luna d’aria può benissimo sposarsi e anche avere figli, ma difficilmente troverà la sua realizzazione nella maternità. Molto più facilmente la troverà abbracciando i suoi ideali e militando nelle fila di qualche gruppo ecologista piuttosto che in difesa dei diritti delle donne o dell’infanzia. Questo è qualcosa che ogni donna con la luna d’aria dovrebbe sapere, per evitare di cadere nella trappola dell’inadeguatezza o dei sensi di colpa legati ad un modello sociale che vede la donna ancora fortemente legata al ruolo di madre.

La luna d’acqua
invece si trova nel suo elemento privilegiato quindi tira fuori molto il lato materno, ma può essere connessa anche ad archetipi di Dee compassionevoli, emotive, a volte sacrificate.
Troviamo Estia, la luna nettuniana (luna in pesci o luna in dodicesima casa) per eccellenza.
Estia è un archetipo molto particolare, fortemente legato alla funzione spirituale, e fa pensare ad un percorso di crescita, un cammino.
Si tratta di un tipo di donna che ha una capacità speciale di introspezione, una donna particolare, non comune, che ha bisogno di vivere la sua diversità, di coltivare le sue sicurezze interiori, che la rendono del tutto indifferente nei confronti dei canoni esterni, delle mode del momento. A volte è un tipo di donna che può passare inosservata. Una donna che va conosciuta, anzi colta nel suo lato interiore più che esteriore.
Un’altra Dea cui possiamo attribuire caratteristiche proprie dell’elemento acqua è l’orientale Kwan Yin.
Si tratta anche qui di una luna nettuniana, o anche una luna in sesta casa, che corrisponde a un genere di donna che si realizza nell’aiutare gli altri, attraverso professioni paramediche o comunque legate alla guarigione, alla terapia, la cura della salute degli altri. E’ una donna che può sacrificare molto di sé, in virtù di un ideale o di un credo spirituale.
Diversa è, nell’ambito delle lune d’acqua, la luna scorpione.
Questa è una luna misteriosa, che possiede un intuito e una capacità introspettiva non comuni. La donna con luna scorpione ha un che di carismatico, è molto erotizzata ed un alone di mistero e segretezza la circonda. Il suo bisogno primario è andare a fondo di tutte le cose. Le figure archetipiche che più si avvicinano a questo tipologia di femminile sono Ecate, per quanto riguarda l’aspetto introspettivo, la capacità di sondare gli strati più nascosti della psiche, e l’intuito potente. La cretese dea serpente per quanto riguarda l’aspetto sessuale e di trasformazione che sempre accompagna le tematiche scorpioniche. Ma la luna Scorpione può anche diventare una Kalì, la dea induista che incarna l’aspetto distruttivo della natura. In ogni caso questa è una luna che dà un talento naturale per la psicanalisi e per tutti i percorsi di crescita e trasformazione.
La luna Cancro invece è nella sua sede primaria, il suo domicilio. Darà quindi un tipo di femminile che si riconosce primariamente nel ruolo di madre. L’archetipo più noto nell’area mediterranea e occidentale è Demetra, la Cerere greca. Demetra rappresenta l’istinto materno per eccellenza, che si realizza nella gravidanza e nel nutrire i propri figli, che diventano la parte più importante della vita. E’ un tipo di donna estremamente nutriente, generosa, presente, contenitiva, sinanche all’abnegazione di sé a favore dei figli. L’ombra di questo archetipo è però assai pesante, come possiamo vedere nel mito che la vede in relazione alla figlia Persefone. Quando Persefone infatti si reca nel regno dell’Ade, la Dea delle messi e dell’agricoltura smette di dare frutti e così la natura muore. Allo stesso modo la donna troppo identificata nel ruolo della maternità crea attaccamenti e legami che impediscono ai figli di crescere. Non solo, quando questi inevitabilmente crescono e auspicabilmente scelgono la loro strada, questo tipo di donna non trova più un significato per la propria vita. Spesso trascura anche il marito, la relazione di coppia, nonché il resto del mondo, e non coltiva nessun interesse, unicamente impegnata a creare nuove ricette e mettere in atto nuovi ricatti psicologici con cui tenere i propri figli legati a sé.
La donna di questo tipo ha bisogno di capire che può direzionare il suo potente istinto nutriente e materno anche in mille altre direzioni. Può nutrire un progetto, un orto, gli amici, i figli degli altri, un’opera d’arte e anche un’intera comunità, specie se questa luna si trova nelle case più alte dello zodiaco. E può scoprire che si può essere madri anche di qualcosa di più grande, mettendo a disposizione dell’umanità cotanto potere nutritivo, come fecero molte Demetre, che si dedicarono a cause di più ampio respiro e portata della mera sfera famigliare

Sempre nella sfera archetipica della dee madri troviamo la luna in Toro, luna di terra riconducibile ad una tipologia di donna tradizionale, amante della casa e della famiglia, della buona tavola e dei piaceri. E’ un tipo di donna forse non particolarmente emancipata, ma molto rassicurante. Questa donna ha bisogno di costruire le sue sicurezze, spesso basate su una vita tranquilla, fatta di consuetudini che ama, e di piaceri a cui non può rinunciare. La sua ombra sono gli attaccamenti, che analogamente alla luna cancro possono trasformarla facilmente in una “donna ragno” che imprigiona i suoi figli e l’intera famiglia nella sua tela, disposta ad uccidere anziché lasciar andare.
Le lune in vergine e soprattutto in capricorno invece corrispondono ad una tipologia di donna che possiamo identificare nell’archetipo della greca Atena. La presenza di forti valori saturno che gravitano intorno alla luna fa di queste donne un genere che rinnega la fragilità e si identifica in una psiche di tipo maschile. Ma vediamo l’archetipo: Atena nasce già corazzata e adulta dalla testa di Zeus, e già questo fa pensare all’assenza totale di una madre, e di un’ infanzia. E’ un tipo di donna competitiva, ambiziosa, corazzata appunto. C’è una sorta di indurimento che dà l’illusione di proteggere la parte morbida, quella vulnerabile. C’è qualcosa che è mancato totalmente, una sorta di amputazione del femminile.
Atena infatti ha una grossa difficoltà nel contatto con le donne, come dimostra quel terribile episodio del mito dove addirittura uccide Aracne per aver perso in una gara con lei. E’ un tipo di donna che teme la fragilità, e preferisce il contatto col mondo maschile, mentre condanna sempre il mondo femminile. Zeus le dà in eredità il suo logos, che è un’immagine di obbiettività, di capacità che però è solo mentale, e non ha nulla a che fare con il cuore. Oggigiorno incontriamo molte donne Atena, specie nel mondo del lavoro.
Ambiziose, competitive, arriviste, sfoderano la grinta di un uomo e spesso sembrano purtroppo una caricatura del maschile. Il bisogno profondo, quanto inconsapevole, di queste persone è proprio quello di recuperare la propria parte femminile, ritrovare il contatto con l’infanzia e con il mondo delle madri. La loro emotività infatti è bloccata, conseguenza della deprivazione affettiva vissuta nell’infanzia, tale per cui questo tipo di donne ha rinnegato la propria parte sensibile, allo scopo di proteggersi dal dolore. Il percorso necessario è quello riportare quell’acqua che Saturno ha prosciugato, quella sensibilità, quella morbidezza ed accoglienza, prerogativa del femminile, che riapre la strada del cuore. E’ importante per queste donne comprendere e perdonare, recuperando quel rapporto col materno che è mancato, che permetterà loro di riappropriarsi di tutta la parte istintiva ed intuitiva completamente negata.
Sempre nell’ambito delle lune di terra troviamo un’altra tipologia di luna e quindi di donna. Si tratta di colei che si identifica nel matrimonio, nello stato sociale e nella posizione che da ciò deriva.
Più cinica di quanto sia romantica può essere una luna di terra, ma non necessariamente, più facilmente si tratterà di una luna in decima casa, quella del capricorno, oppure in settima.
L’archetipo di questa luna è la greca Era, la moglie di Zeus dea del matrimonio.
Moglie fedele ed ineccepibile, pensa al matrimonio fin da piccola, sebbene ciò che la interessa non sia tanto l’amore, quanto la garanzia di privilegio sociale e di sicurezza.
Era è la sposa di Zeus, il quale diventa re dei cieli proprio grazie a questo matrimonio.
Le rimane fedele per i trecento anni del loro viaggio di nozze, ma poi riprende a tradirla a più non posso, suscitando la gelosia vendicativa della consorte.
La collera di Era è raccontata in moltissime storie del suo mito, dove appare evidente come lei non se la prenda mai con lo sconsiderato marito, ma con le rivali e i loro figli.
Ciò che le interessa è salvare il matrimonio e ciò che la fa arrabbiare è l’oltraggio a questa istituzione, prima ancora del fatto di essere tradita.
E’ un tipo di luna che vede un miscuglio tra i valori gioviali e quelli saturnali.
Da una parte Giove come desiderio di crescita e arricchimento attraverso il matrimonio. Dall’altra Saturno che impone le sue regole, la rigidezza, la struttura e anche una certa durezza di cuore. E’ un tipo di donna che aspira a sposare un uomo importante, che le garantisca una realizzazione. Poi però viene fuori inevitabimente tutta la sua competitività e l’incapacità di accettare questo ruolo, spesso anche la delusione e l’amarezza.
E’ un tipo di donna che per motivi socio-culturali e sicuramente anche psicologici, legati al tipo di educazione ricevuta, tende a proiettare la sua realizzazione in un uomo, spesso idealizzato, che diventa il centro della sua esistenza, a scapito anche dei figli, che la percepiranno con molte probabilità come una madre anaffettiva e piena di regole.
Il lavoro da fare in questo caso è prendere coscienza che queste funzioni, o energie (saturno e giove) proiettate fuori da sé stesse, attraverso un lavoro sull'autostima e sulla capacità di autosostentarsi.
Solo allora la donna Era può abbracciare la dimensione più elevata del suo archetipo, che è il matrimonio sacro, che pur soddisfacendo appieno il bisogno di essere sposata, tiene anche in grande considerazione la relazione, l’aspetto sessuale, la famiglia, il concetto di parità e di scambio, e le innumerevoli possibilità di crescita che il matrimonio offre.

Le lune di fuoco invece appartengono ad una tipologia di donne che ha un grandissimo bisogno di esprimersi, di emergere. Il fuoco infatti lavora sul piano dell’identità e queste lune sentono il bisogno di affermarsi, di crescere, di suscitare ammirazione, di lasciare una traccia del proprio passaggio.
Si tratta di donne dal temperamento istintivo e passionale, molto reattive e spesso competitive, focose appunto.
Delle tre la luna in ariete è la più reattiva. Combattiva, rapida, intuitiva, questa donna è un’avanguardista cui vanno molto stretti i ruoli tradizionali di moglie e di madre. E’ una donna spesso in carriera che dispone di una buona dose di energia maschile che va semplicemente accettata. L’archetipo che più si avvicina a questa tipologia di femminile è la dea induista Durga, regina invincibile delle battaglie. Il mito la rappresenta con dieci braccia tutte armate, mentre cavalca una tigre, una vera amazzone combattiva e coraggiosa, pronta a tutto per difendere la sua autonomia.
La luna in Leone, come anche il sole, è particolarmente autocentrata. Il suo bisogno più grande è sentirsi unica e speciale, apprezzata e creativa.
È la luna dei grandi gesti, magnanima e generosa, calda, entusiasta ed ottimista.
C’è un grande orgoglio in queste donne, che portano fuori una grande sicurezza in sé stesse (salvo lesioni).
La loro caratteristica più evidente è proprio questa solarità, questa capacità di corroborare il cuore di chi le circonda, infondendo fiducia e ottimismo anche negli animi più depressi. Corrisponde ad un tipo di donna indipendente, ma al contempo una capo-clan cui tutti fanno riferimento. La sua generosità la rende molto adatta all’insegnamento e a quel genere di attività cosiddette “motivazionali”.
Come una moderna Cibele, Dea anatolica della fecondità e della natura selvaggia, attraversa il suo territorio con una corona d’oro sul capo, a bordo di una carrozza trainata da leoni, mentre tutti i suoi devoti celebrano la sua grandezza con esplosioni di euforia e di gioia.
La Luna Sagittario spinge fortemente a crescere, a progredire sempre verso mete future.
Ha bisogno di libertà, di avventura, di esplorazione, e se non viaggia con il corpo, deve comunque farlo con la mente, estremamente fantasiosa. E’ una luna molto idealista, forse un po' credulona, ingenua e a volte anche fanatica. E’ la luna della missionaria per eccellenza, di colei che sente di avere una verità e sente il bisogno/dovere di trasmetterla ad altri. E’ una donna sempre in movimento, se non sul piano fisico almeno su quello mentale, sempre pronta a partire per nuove mete.
Il suo archetipo è Sophia, l’aspetto femminile del divino che porta avanti il valore della saggezza e della conoscenza superiore.

Dopo aver esplorato l’universo femminile nelle sue simbologie lunari, possiamo prendere in considerazione il terzo pianeta del femminile, Venere.
Mentre la luna pone l’accento sui bisogni che caratterizzano una donna anziché un’altra, con venere ciò che conta sono i valori, ovvero il personale grado di autostima, il codice etico cui ognuna di noi fa riferimento, la scala dei valori, in parole povere ciò che piace ad una persona.
L’archetipo di Venere è ovviamente Afrodite, la bella Dea dell’amore, della bellezza e del piacere.
Afrodite è una cosiddetta dea alchemica e benchè abbia qualcosa in comune con le dee vergini e le dee vulnerabili, non appartiene a nessuno di questi gruppi.
Ciò che la separa totalmente e definitivamente dalle simbologie lunari è il fatto che Afrodite non è spinta dal bisogno, non fu mai vittima, né mai soffrì per amore.
Afrodite rappresenta la scelta, e il solo principio che lei persegue è quello del piacere.
Venere è il principio femminile al pari della Luna, ma è il meno conosciuto perché duemila anni di patriarcato e di religioni di stampo maschilista ne hanno causato un soffocamento, specie nella sua simbologia sessuale. Il patriarcato infatti ha avuto come risultato la scissione del femminile in due parti: la madre e la vergine.
Da questo è stata completamente amputata la funzione sessuale, che poteva essere vissuta dalla donna solo all’interno del matrimonio, allo scopo di riprodursi, oppure prima del matrimonio o fuori da esso, con tutte le conseguenze che questo comportava e ancora purtroppo comporta in molte culture sociali e religiose contemporanee.
Afrodite invece incarna il principio del piacere, lei ama per il piacere di amare, e sceglie ad uno ad uno i suoi amanti, non subisce mai le altrui scelte.
Il mito la descrive con il suo cinto magico, che indossa per sedurre chiunque lei scelga di amare, facendo dono della sua bellezza e del suo amore, fine a sé stesso.
Mentre la luna desidera appartenere (famiglia, radici, patria), ricerca la fusione e cerca di riprodursi come possibilità di piantare le sue radici, e appagare il suo bisogno di sicurezza emotiva, per Venere la gratificazione personale è legata al suo valore ed al fatto di scegliere. Ed è proprio questo che la rende irresistibile: lei incarna l’amore, prima di tutto per se stessa, poi verso gli altri.
Afrodite basta a sé stessa e questo nel mito è evidente perchè nonostante le innumerevoli relazioni, ed il matrimonio con il dio dei fabbri, Efesto, lei si comporta fondamentalmene come una single.
Mentre la Luna ricerca e crea dipendenza e fusione emotiva, la relazione per Venere è basata sullo scambio e sull’indipendenza reciproca.
Infatti nonostante abbia figli, Afrodite non viene mai identificata come madre, tant’è che i suoi figli vengono allevati dai padri.
Attraverso lei, la relazione si trasforma nella grande opportunità per conoscere sé stessi, e contemporaneamente per produrre unione, come vuole il domicilio primario di Venere, Bilancia, settima casa. Questa casa di relazione e questo segno d’aria ci insegnano che per entrare in una vera relazione di scambio paritario occorre che due identità complete e autosufficienti si incontrino, accettando anche le diversità intrinsteche nella coppia. Non è una relazione di tipo fusione quella che ci viene qui proposta, ma una relazione basata sullo scambio mentale e la maturità psicologica, come vuole l’elemento aria.
Altra cosa che la distingue dalle simbologie lunari è che Afrodite non mostra nessuna indecisione nell’esprimere la sua attrazione. Lei non attrae per ciò che offre, ma per ciò che è, ed è proprio questo suo essere vera che produce la grande attrazione.
Lei non fa nulla per essere amata, bensì incarna l’amore, elargisce questo sentimento senza aspettarsi che arrivi dall’altro, come se permettesse all’altro di sperimentarlo attraverso lei.
La compassione di sicuro non le appartiene, persino nel rapporto con i figli.
Quello che lei porta avanti è un modello di amore adulto, dove nessuno deve qualcosa all’altro, e ciò che tiene legate due persone non potrà mai essere una firma. Non a caso Era, dea del matrimonio, è in eterno conflitto con lei.
L’amore per Venere dunque può anche dare gioia agli altri, ma assolutamente non dipendenza.
Venere ama, si innamora, ma parte da sè stessa. Per questo il simbolo ha a che fare con il concetto di autostima e di valore personale.
L'autostima di Venere non è legata al fare, dimostrare, produrre (che spesso serve a compensare un valore che non si ritiene di avere), ma ovviamente all'essere, quel sano grado di autostima che fa sentire di avere un valore indipendentemente dall’altrui giudizio.
Infatti le forme di dipendenza in amore corrispondono sempre ad una venere lesa, cioè carente di autostima.
Venere è tutto questo ma è anche molto di più : è tutto ciò che piace, che porta gratificazione, che fa innamorare, che porta alla conoscenza di sé e del proprio valore.
Nella prima parte della vita normalmente questo spazio è quasi interamente occupato dalla relazione di coppia, ma in seguito, se la personalità è sana ed equilibrata, Venere ci conduce a scoprire tutti gli altri spazi di gratificazione e piacere che possono riempire la nostra vita (così facendo contribuisce anche nel deresponsabilizzare la relazione dal compito anche troppo pesante di colmare gli altrui vuoti!).
Venere non è investita del ruolo della relazione, ma dell’"autodefinizione attraverso la relazione".
L’amato può essere un oggetto, un ideale, qualsiasi cosa sia lo specchio della nostra anima.
Per scoprire questa dimensione della psiche è necessario rifiutare i valori collettivi e cercare i propri valori autentici e individuali, proprio come Afrodite che nel mito più e più volte si scontra con la morale collettiva.
In questo senso si dice che Venere sia anche legata al concetto di etica.
L’etica di Venere è assolutamente legata ai valori personali, certamente non alla morale o alle religioni.
La sua etica riguarda il rapporto con la propria interiorità mentre la sua bellezza è qualcosa che va al di là del concetto estetico, una bellezza che è anche interiore, che viene da dentro perchè dipende dall’essere autentici.
Dunque il significato di Venere è scoprire sè stessi riflessi in ciò che si ama.
Venere ama la luce del sole e ama agire alla luce del sole, infatti viene definita la dorada, l'aurea, e non solo perchè era sempre vestita con oggetti d’oro per lei fabbricati da Efesto.
Lei rappresenta il principio di attrazione, la capacità di attrarre nella propria vita tutto ciò che dà piacere e fa star bene.
Come ogni donna vivrà questo archetipo, dipende dal modo in cui esso è stato introiettato nella psiche durante il primo contatto d’amore e di piacere, quello con la figura materna.
Il non essersi sentiti amati, accettati ed accarezzati corrisponde ad una lesione di Venere, dove diventa necessario recuperare un principio del piacere che può essere stato congelato (Venere Saturno), o manipolato (Venere Plutone), razionalizzato (Venere Urano) o addirittura associato al dolore e al sacrificio (Venere Nettuno).
Qui si tratterà allora di smontare dei meccanismi di difesa che impediscono di fare la cosa più naturale per un bambino come per un adulto sano: riconoscere immediatamente ciò che piace, fa stare bene e quindi dà piacere.

Ma vediamo come si esprime questo principio del piacere a seconda del segno ed elemento di appartenenza.

Venere nell’elemento di fuoco
si lega in particolar modo alla ricerca della propria identità, e può diventare una grande alleata del Sole per far ritrovare sé stessi.
La donna con venere di fuoco ama essere unica e speciale, vuole tutta l’attenzione. Ciò che la gratifica davvero è la conquista, specie se è in Ariete. Il fuoco consuma tutto subito e deve essere alimentato in continuazione, quindi ci saranno grandi passioni, slanci, gesti eclattanti, ma questa venere non è fatta per durare, ma solo per bruciare. C’è molto amore per la fisicità, mentre fatica parecchio a rapportarsi con la normalità del quotidiano e ha bisogno di tenere sempre viva questa fiamma, con qualcosa che la faccia continuamente innamorare. In Leone ci può essere una grande passione per il teatro e lo spettacolo. In Sagittario è l’immaginazione a giocare un grande ruolo, e gli spazi inesplorati della mente.
Tutte e tre per stabilizzarsi hanno bisogno della terra, elemento che aiuta questo fuoco a durare nel tempo.

Nell’elemento d’acqua
Venere si arricchisce di sensibilità.
In Cancro ha una sua sede e qui ama sentirsi accogliente, dolce e tenera. Empatizza con gli altri ed entra in una relazione che ha molte sfumature lunari. Nello scorpione si trova opposta ad una sua sede e si erotizza, si tinge di intensità e di passionalità estrema dove tende a gestire, anzi manipolare l’oggetto del suo amore. E’ una grande stratega che ama il dramma e farebbe bene a rivolgere l’energia in direzioni diverse dalla relazione. In Pesci è molto sensibile, empatica ma sufficientemente distaccata. Se non è lesa può trarre un gran piacere nell’aiutare gli altri, condividere, ascoltare, sorreggere. Purchè non le si chieda un coinvolgimento emotivo di cui non è capace.

Venere nell’elemento d’aria
ha una sua sede, in Bilancia, dove viene fuori molto come ricerca di armonia, di bellezza, di raffinatezza, ma anche come correttezza ed equità nei rapporti.
L’aria ama comunicare quindi c’è bisogno di molto contatto sociale, di scambio. L’aria è legata ai processi della mente, quindi qui rifugge la fusione mentre ama molto la leggerezza, il movimento, il cambiamento. Specialmente in Gemelli ama il divertimento, la mondanità, ha un vero gusto per il flirt.
In Aquario è quasi inafferrabile, abbraccia ideali di libertà e tolleranza ed è più portata per l’amicizia che per la vera relazione di coppia.
Certamente le emozioni non sono territorio dell’aria, e ci può essere una vera difficoltà nell’affrontarle, cosa che può spiazzare parecchio una venere che appartiene ad un altro elemento, tuttavia potrà imparare dall’aria una grande qualità : il distacco.

Nell’elemento di Terra
invece Venere si fa concreta e il suo modo di dimostrare affetto consiste nel fare qualcosa per l’altro. Non è particolarmente comunicativa né dialettica, ma è il tipo di donna che in caso di bisogno non manca mai di dare il suo supporto.
Teme la dipendenza emotiva, quindi rifugge l’idea di fusione, ma questo non significa che sia fredda.
La terra non è fredda, è semplicemente discreta.
In Toro ha una sua sede e viene molto fuori il buon rapporto con il piacere e con tutto ciò che i suoi acuti 5 sensi le propongono. Ha un grande bisogno di contatto fisico, è affidabile, ma tende a esercitare il possesso.
In Vergine ama sentirsi utile, anzi fa di tutto per rendersi indispensabile, e così maschera la sua insicurezza, salvo scoprire che naturalmente nessuno è indispensabile.
Nel Capricorno è letteralmente terrorizzata dal coinvolgimento emotivo e crea una serie di barriere.
Il suo obbiettivo è l’autonomia anche sul piano affettivo, e farà di tutto per ottenerla.

Ovunque si trovi, che si tratti di un sua sede o meno, quando Venere è lesa cercherà sempre la sua compensazione o nell’intelletto o nell’iperefficienza.
Di fatto l’unica possibilità vera per recuperare l’autostima e l’amore di sé che il simbolo di Venere chiederebbe, è riuscire a riconoscere ciò che ci piace e ci procura piacere, ciò che ci dà gioia e ci fa innamorare davvero, dalle cose piccole di ogni giorno alle più grandi.
Il fatto di riuscire a riconoscere questo e quindi a stabilire la propria personale scala di valori renderà qualsiasi donna capace di scegliere e portare nella sua vita ciò che è buono per lei.
In questo senso Venere è la più grande alleata di ogni donna perché ci fa dono il dono più grande: la libertà.



Bibliografia


 

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