Astrologia Evolutiva
Un percorso di autoconoscenza incentrato sull'anima


Razional-utilitarismo ed Eco-spiritualità a confronto: la dialettica Saturno-Nettuno e il loro impatto su Gaia
di Manuela Caregnato


www.wiserearth.org

Uomini o donne che siamo, la natura umana comprende due componenti, una maschile ed una femminile.
La prima riguarda le attività dell'emisfero sinistro del cervello – quello logico, lineare, razionale e analitico – e la seconda le attività dell'emisfero destro, analogico, circolare, intuitivo e sintetico.
Giorno e notte, polo positivo e polo negativo, luce ed ombra, lo yin e lo yang, tutto ciò che è presente sulla terra si esprime in termini di polarità maschile e femminile, e l’astrologia non può che rispecchiare questa prima grande suddivisione energetica.
Infatti esistono elementi, segni e pianeti di polarità maschile, ed altrettanti di polarità femminile e tra questi una delle coppie archetipiche più esemplari di questa contrapposizione è senz’altro quella formata da Saturno e Nettuno, principio razionale e principio empatico per eccellenza.
Cercherò di esplorare il loro impatto energetico nei confronti di Gaia, il pianeta terra, attraverso il comportamento di noi esseri umani, suoi abitanti.

Nettuno e il senso di appartenenza a qualcosa di più grande:
Nettuno è il pianeta che governa il segno dei Pesci.
E’ un pianeta d’acqua e in quanto tale di energia femminile.
Acqua è l’elemento che ha a che fare con il sentire, con l’accogliere ed unire ciò che è separato.
Essa è molto probabilmente all’origine di tutte le cose, e conserva in sé la memoria di quell’unità da cui ognuno di noi proviene, sia a livello individuale, sia a livello collettivo. Infatti Nettuno governa il dodicesimo settore dello zodiaco, che è sinteticamente definito la casa della spiritualità, e che nell’analisi delle case prenatali coincide con l’ultimo stadio della gravidanza, ovvero una fase in cui il feto è ancora in uno stato di totale fusione con il corpo e l’energia della madre.
Nettuno rappresenta dunque il principio di empatia e di fusione con l’universo.
Esso non conosce separazione né confini, ed anzi si incarica di ricordarci che proveniamo tutti da un’unica fonte, una sola comune origine.
Ad esso è ricollegabile il cosiddetto “senso spirituale della vita”, e tutti i processi nettuniani hanno a che vedere con il “sentirsi parte di qualcosa di più grande” e con la sensazione di “tornare a casa”.
I suoi simboli sono vari e numerosi, poiché la ricerca di colmare questa nostalgia profonda, il cosiddetto “scontento divino”, può tradursi in qualche forma di dipendenza, come può generare grande compassione, o donare creatività, forte senso mistico ed anche guarigione.
In questa sede mi interessa esplorare il simbolismo del pianeta correlato al “senso di appartenenza a qualcosa di più grande”.
Si è soliti catalogare questo sentimento in una sorta di senso di comunione con il divino, dando per scontato che questa dimensione abbia un significato ed una collocazione ultraterrena, che trascende i limiti fisici del corpo e dell’incarnazione.
Ma la storia dell’uomo è testimone che vi è stato un tempo, di cui permangono rare tracce sparse per il pianeta, in cui l’uomo si sentiva parte di qualcosa di più grande, facendo riferimento alla natura stessa, anzi alla Terra.
A quel tempo l’uomo viveva in una condizione di stretto contatto con la natura e di essa si sentiva parte integrante: la Terra era considerata Sacra e il concetto di divinità stesso era visto al femminile.
In principio era la Grande Madre, che in seguito si trasformò in più divinità, dapprima solo femminili e poi anche maschili.
Vi erano molti dei e dee, ma indipendentemente dal culto che veniva praticato o dalla cultura dominante nei diversi periodi o luoghi del pianeta, nessuno metteva in dubbio il profondo legame dell’uomo con la Terra.
Questo sentimento di empatia e di connessione con Gaia, questo sentirsi parte di un unico grande organismo dove ogni cosa ha un suo ruolo e dove animali, vegetali, minerali e uomini sono cellule di uno stesso corpo ha un sapore a mio avviso molto nettuniano, ed è lo stesso sentimento che, con sfumature diverse e diversi gradi di intensità, accomunava tutti quei popoli che vivevano a stretto contatto con la natura, indipendentemente che si riconoscessero in un culto al femminile o al maschile.
La Terra era da essi considerata divina, sacra, e Grande Madre, Madre Natura, Pachamama o Dea erano solo alcuni dei molteplici nomi con cui l’uomo vi faceva riferimento.
Per lungo tempo questo sentimento di compartecipazione fu prerogativa di tradizioni e culture di stampo prevalentemente matriarcale, che adorava divinità femminili.
Ma ci furono (e tuttora esistono) anche culture di stampo non matriarcale, dove il rapporto con la natura e con la terra era ed è altrettanto basato su un profondo rispetto e senso di compartecipazione.
Si pensi agli indiani d’America, o agli aborigeni australiani e sudamericani.
Ciò che sembra fare la differenza non è tanto il culto, che poteva e può essere rivolto a divinità maschili o femminili o entrambe, quanto il fatto di avere una concezione del divino “immanente” (*1), e quindi il considerare sacra e divina la terra e la natura stessa.
Questa fu la modalità dominante per lunghissimi millenni della storia dell’uomo, ma ad un certo punto qualcosa cambiò, ci fu un’inversione di rotta che lentamente portò ad una concezione cosiddetta dualistica del rapporto tra l’uomo e il divino.

Saturno e l’era del razionalismo
Gli studi concordano nell’attribuire le origini di questa inversione di rotta alla cosiddetta rivoluzione del neolitico, cioè il passaggio da un'economia basata sulla caccia e sulla raccolta, ad una basata prevalentemente sulla coltivazione e sull'allevamento.
Questo portò alla nascita di due tipi di società molto diverse, una agricola e stanziale e l'altra pastorale, nomade o seminomade. Se la prima rimase ancora legata ai culti e ai riti che venerano la Terra, la seconda se ne staccò rapidamente. Fu così che i valori archetipicamente legati al femminile (accoglienza, empatia, comunione) furono sostituiti con quelli più maschili della forza, del coraggio e del dominio.
Non era più madre terra il riferimento di questa cultura, ma padre cielo.
Nacquero così nuovi culti, nuovi miti, nuove divinità. Se madre terra era la fonte di tutte le cose, il trionfo dei popoli guerrieri generò nuovi modi di raccontare la storia del mondo.
Le divinità femminili furono progressivamente soppiantate da nuovi dei maschili e nacquero nuove religioni, tra cui quella che a noi oggi è nota come “mitologia” greca.
Il patriarcato prese sempre più piede fino a soppiantare il matriarcato, nacquero le grandi religioni monoteiste e al posto della Dea che si trovava nella Terra, vi fu un Dio che si trovava nel cielo.
Parallelamente a questa lenta e progressiva “rivoluzione religiosa”, si andò verificando un altro tipo di trasformazione, dove la sfera razionale dell’uomo, il logos, aveva sempre più il sopravvento, sino a giungere ai tempi relativamente moderni e al Rinascimento, epoca che vide una valorizzazione dell’uomo senza precedenti.
Il pensiero divenne la funzione più importante, ciò che distingue l’uomo dal resto del creato e che fa di lui un cosiddetto “essere superiore”.
Il colpo finale fu inflitto nel XVI secolo, quando la riforma protestante segnò la soppressione del culto della Santa Madre dando così inizio alla definitiva desacralizzazione del mondo naturale.
Iniziò l’era del razionalismo, della divisione della realtà in spirito e materia, del “cogito ergo sum”: penso dunque sono.
Dopo la rivoluzione industriale si diffusero il razionalismo in Francia, l’empirismo in Inghilterra e il materialismo in Germania.
Siamo nel pieno regno di Saturno.
Saturno fa parte dei pianeti che l’astrologia considera di polarità maschile, ovvero legati alle sfera razionale, logica, della psiche umana.
E’ un pianeta di terra con domicilio in Capricorno, e come tale non si incarica tanto di sentire, quanto di costruire, pianificare, raggiungere gli obbiettivi, utilizzare la materia.
Saturno è l’anti-Nettuno per eccellenza, in quanto ogni suo processo ha come obbiettivo finale il condurci alla nostra autosufficienza ed autonomia, mentre Nettuno è la perdita dell’Io per tornare al Tutto.
Saturno è legato alla struttura, al concetto di “super-io”, e come tale non può essere morbido, infatti il mito stesso ne mette in rilievo il lato tirannico. Se Nettuno è il grande mare, Saturno è la dura roccia, il primo dissolve, il secondo solidifica, e così facendo svolge una delle funzioni più importanti nella costruzione della nostra identità: lavora alle fondamenta dell’Io.
Anche Saturno come Nettuno è un pianeta di vastissima portata la cui simbologia è amplissima, basti pensare che esso è il ponte tra i pianeti personali e quelli trans-personali dello zodiaco.
In questa sede prenderò in considerazione solo il suo simbolismo legato alla funzione razionale e logica della mente, perché fu proprio questa eccessiva focalizzazione sulla polarità maschile dell’esistenza, con tutti i suoi correlati, che sembrò causare il progressivo allontanamento dell’uomo dalla natura e dalle sue radici.
Per effetto di questo sbilanciamento di valori, che poneva la razionalità al primo posto, l’uomo infatti si trasformò da devoto adoratore di madre terra in consumatore e predatore della natura, che considerava al suo servizio, dissociandosi da essa progressivamente.
Nacque il cosiddetto Homo economicus, mentre la scienza diventava la nuova verità, parallelamente ad una religione, patriarcale e assetata di potere, che di spirituale aveva sempre meno.
La tecnologia si sviluppava e si metteva al servizio di una visione meccanicistica, consumistica dell’esistenza. Tutto veniva mercificato, anche l’uomo, e nella nuova visione valeva il principio secondo cui “il fine giustifica i mezzi”.
La Terra venne sfruttata come mai prima, ebbe inizio la deforestazione, i corsi d’acqua vennero inquinati dagli scarichi industriali, il pianeta venne progressivamente divorato dal cemento, con un cinismo ed un utilitarismo senza precedenti, dove non c’era più la minima traccia di quel rispetto ed amore che un tempo era dovuto alla Terra, quando questa veniva chiamata Madre.
Questa è purtroppo la situazione attuale, anche se parallelamente una nuova visione si fa strada.
Infatti come spesso accade, e possiamo vederlo anche nel simbolo del Tao, è dal buio più nero che nasce il seme della luce, o del nuovo giorno.
E così proprio in questo clima di totale e indiscriminato sfruttamento ambientale, nasceva una nuova scienza, interessata alla salvaguardia dell’ambiente:
l’ecologia(*2) , ovvero “lo studio dell’economia della natura e delle relazioni degli animali con l’ambiente inorganico ed organico”.

La nascita dell’ecologia: un connubio tra Saturno e Nettuno
Gli aspetti tra i due pianeti e i loro cicli hanno spesso segnato la nascita di importanti movimenti di riforma politica o sociale, ed anche la nascita e lo sviluppo dell’ecologia ha interessanti connessioni con le dinamiche tra Saturno e Nettuno, come vedremo.
Fu il biologo tedesco Heckel a coniare il nome “ecologia” nel 1869, partendo dal greco oikos (casa) e logos (studio), e nella sua visione “tutti gli organismi viventi sulla terra sono come una sorta di grande famiglia accomunata nella necessità di sopravvivere utilizzando le stesse risorse naturali”.
Partiamo da un’analisi del nome: “casa”, ovvero appartenenza, nido, dimensione interiore, funzione empatica (Nettuno) e “studio”, ovvero funzione razionale, logica, dimensione esteriore (Saturno).
Nel 1869, quando essa nacque, o per lo meno furono poste le sue basi, i due pianeti formavano un grande trigono di fuoco composto da Nettuno in ariete e Saturno in sagittario, completato da Marte in Leone.
L’elemento fuoco è l’impulso iniziale, tanto più se corroborato da Marte, ma come ben sappiamo occorre poi la terra per veder qualcosa che somigli ad un risultato concreto.
Infatti sebbene le basi della nuova visione fossero state poste, molto tempo doveva ancora passare, molte cose ancora accadere, prima che nascesse quella che possiamo definire una “coscienza ecologista”.
Un secolo dopo, nel 1945 ( in piena quadratura nettuno-saturno bilancia-cancro) l’americano Barry Commoner cominciò a pubblicare una rivista di base politica contro le esplosioni nucleari che dava molto spazio ai problemi ambientali, il “Bulletin of the Atomic Scientists”, poi divenuta Environment.
Nel 1952 si verificava una nuova congiunzione Nettuno-Saturno in Bilancia, che apriva un nuovo ciclo, in teoria all’insegna della ricerca di un nuovo equilibrio, basato su criteri più etici e giusti (bilancia).
Ma dieci anni dopo, con la quadratura tra Saturno e Nettuno, fu evidente che a regnare era sempre più lo squilibrio. Saturno in acquario esortava ad assumersi nuove responsabilità, a ribellarsi, e puntonava un Nettuno in scorpione che lavorava sott’acqua.
Fu in questo clima energetico che, nel 1962, la biologa Rachel Carson scrisse il libro denuncia “primavera silenziosa”, e con esso gettò i semi per il futuro movimento attivista per l’ambiente.
Di fatto tutti gli anni sessanta furono caratterizzati da un crescente interesse per la questione ambientale. che si diffuse progressivamente tra la gente con picchi di protesta sempre più forte.
Nel 1961 nasceva il WWF (world wildlife fund) ed in seguito tutte le altre associazioni ambientaliste.
Nel 1971 venne fondata Greenpeace, sull’onda della protesta contro gli esperimenti nucleari.
Il 22 aprile 1970 negli Stati Uniti venne organizzato il primo Earth Day, la giornata della terra.
Con l'esplosione dell'attenzione per l'ambiente di quegli anni si moltiplicarono le conferenze delle Nazioni unite sui problemi ambientali. Dopo due anni di preparazione si tenne nel giugno 1972 la prima conferenza delle nazioni unite sull’ambiente umano, a Stoccolma, e molti esponenti della ricerca scientifica si confrontano con gli ambientalisti.
Agli inizi degli anni settanta Saturno e Nettuno formavano un’opposizione tra i gemelli e il sagittario, sull’asse della comunicazione. Finalmente Nettuno si trovava in una sua sede, e la grande visione poteva diffondersi in ogni direzione, mentre Saturno utilizzava la forza degli strumenti di comunicazione.
Sempre nel 1972 nasceva in Australia il primo partito verde della storia politica, mentre per l’Europa ciò accadde nel 1973, in Gran Bretagna.
Tutti gli anni settanta furono animati da un grande desiderio di cambiamento e in questo si inseriva anche l’esigenza di un maggior rispetto verso la natura, che diventò il vero spirito di quegli anni.
Ci furono conferenze sulla popolazione (Bucarest, 1974, poi Cairo 1984), sull'habitat (Vancouver 1976, poi Istanbul 1996), sull'acqua (Mar del Plata, 1977), e sulla desertificazione (Nairobi, 1977).
Approposito di Saturno, un'interessante pagina della storia del dibattito ecologico riguarda anche l'attenzione per i "limiti" della Terra.
Limite è un concetto fortemente saturniano poiché questo pianeta ha il compito di farci trovare una struttura ed un senso di autosufficienza, che passa soprattutto attraverso il riconoscimento dei nostri umani limiti. Ebbene per quanto concerne gli studi economici, il concetto di "limite" era già presente fin dal secolo scorso quando alcuni studiosi resero noto che le risorse naturali usate dagli esseri umani e dalle attività produttive un giorno avrebbero potuto essere insufficienti o addirittura esaurirsi (*3).
In seguito il movimento si tradusse in una denuncia del rapido "eccessivo" aumento della popolazione mondiale, rispetto alla disponibilità di cibo, acqua e risorse.
Già negli anni sessanta erano apparsi libri che denunciavano la necessità di fermare la popolazione mondiale, ma il momento di massima attenzione si è avuto ancora una volta nel 1972, con la pubblicazione del libro, commissionato dal Club di Roma, intitolato "I limiti alla crescita".
Nel 1979 lo scienziato Lovelock pubblica ad Oxford il trattato “Gaia: a new look of life on earth”.
Nasce la cosiddetta “ipotesi Gaia”(*4), le cui basi sono prettamente scientifiche, e in cui si afferma che «il clima e l'ambiente superficiale della terra sono regolati dalle piante, dagli animali e dai microrganismi che vivono su di essa; e che, nel suo insieme, il pianeta si comporta non come una sfera inanimata di rocce e terreno, sostenuta dai processi accidentali e automatici della geologia, come da lungo tempo affermato dalla scienze della Terra tradizionali, ma piuttosto come un sovraorganismo biologico – un corpo planetario – in grado di autoregolarsi».
Lovelock si lascia andare anche a qualche considerazione di tipo filosofico:
«Se noi siamo una parte di Gaia diventa interessante chiederci: "In quale misura la nostra intelligenza collettiva è pure una parte di Gaia? Costituiamo noi come specie un sistema nervoso gaiano e un cervello che può consciamente anticipare i mutamenti ambientali?". Che ci piaccia o no, abbiamo già cominciato a funzionare in questo modo».
Ipotesi Gaia è così diventata il punto di riferimento di molti ecologisti e di tutti coloro che sentono intimamente di far parte di qualche cosa di più vasto, di un insieme che comprende anche tutto il pianeta in quello che possiamo considerare come parte integrante di noi stessi.
Nel 1979, quando nasce l’ipotesi Gaia, Saturno dalla Vergine fa aspetto di quadratura a Nettuno in Sagittario. Il sogno nettuniano di un mondo ideale viene sfidato dall’esigenza di Saturno di dare una forma concreta alla grande visione, sull’onda di questa esigenza la scienza si mette a disposizione, o va incontro, all’ambientalismo.
La quadratura è ancora in atto nel 1980, quando sotto la presidenza Carter, viene pubblicato il rapporto “Usa global 2000”, che evidenziava la gravità della situazione ecologica mondiale.
Nel 1987 la “commissione mondiale nell’Onu per l’ambiente e lo sviluppo” pubblicava “Our common future”, noto come rapporto Bruntland, dove per la prima volta si iniziava a parlare di “ecostostenibilità”.
Nel 1989 con la congiunzione di Saturno e Nettuno, si avvia un nuovo ciclo e questa volta è in capricorno, e i due pianeti sono congiunti ad Urano, opposti a Kirone in cancro. Tutto fa sperare e supporre che l’energia del capricorno si esprima con un nuovo e più autentico (urano) senso di responsabilità verso l’ambiente, anche sul piano politico ed economico. Ma l’astrologia ci ha più volte dimostrato come l’uomo spesso non sia “in pari” con i disegni e i progetti che leggiamo nel cielo attraverso i simboli planetari.
Fatto sta che nel 1992 (con Saturno semisestile a Nettuno) viene presentato un documento a Rio de Janeiro che dice chiaramente che “se vogliamo proteggere la terra e giungere a una qualità della vita migliore abbiamo bisogno di valori, economie e società ben diverse da quelle che prevalgono oggi”.
Nasce così l’agenda 21 (*5), sottoscritta da 180 paesi, che contiene le direttive relative ambiente, economia e rapporti sociali nel XXI secolo.
Contemporaneamente nascono nuove scienze che mettono insieme l’ecologia con altre discipline umanistiche come la psicologia. Tra queste l’Ecopsicologia, il cui termine viene coniato sempre nel 1989, e il cui primo libro ufficiale viene pubblicato nel 1992 da uno scienziato che si ritiene essere il padre dell’ecopsicologia, Theodor Roszak. Nasce così il concetto di inconscio ecologico: “l’inconscio collettivo al suo livello più profondo racchiude l’intera intelligenza ecologica. Senza questa grande intelligenza autoregolantesi non sarebbe stata possibile la sopravvivenza. Essa guida lo sviluppo attraverso errori, tentativi, selezione ed estinzione, così come era lì nell’istante del big bang per condensare i primi lampi di radiazione in materia solida. E’ questo l’es cui dobbiamo collegare l’ego se vogliamo diventare una specie sana capace di nuove avventure evolutive”.
Dunque secondo questa visione, a livelli più profondi, anche la psiche è legata alla Terra, e tra noi e lei c’è la stessa relazione che c’è tra una foglia e l’albero di cui è parte.
Nel 1996 vi è una nuova conferenza dell’Onu (Saturno è sestile a Nettuno).
Nel 1997 il trattato di Kyoto sul clima.
Nel 1999 vi è una nuova quadratura tra i due pianeti, Nettuno in acquario e Saturno in toro, e ancora una volta è in rilievo lo scontro tra le necessità pratiche, i consumi reali, la voracità (toro) degli esseri umani e gli ideali collettivi.
Seguono nel 2002 la conferenza sull’ambiente a Johannesburg e nel 2003 la giornata mondiale dell’acqua a Kyoto. Saturno dai Gemelli fa un trigono a Nettuno in acquario.
Il resto è storia odierna. L’ultima opposizione Nettuno Saturno è del 2007, Aquario-Leone, e sembra porre l’attenzione sulla discrepanza tra individuale e collettivo, ancora una volta i grandi ideali a confronto con le pretese e gli egoismi dei singoli…. Siamo veramente ancora lontani da qualsiasi forma di equilibrio.
Avremo un nuovo trigono nel 2013, quando nettuno entrerà nei pesci e saturno si troverà in scorpione. Elemento acqua, sarà la coscienza, l’aspetto emotivo ad avere il sopravvento … un po' troppo tardi.
La prossima congiunzione, che chiuderà l’ultimo ciclo per iniziarne uno nuovo, sarà nel 2026, e questa volta sarà in sagittario, chissà quali nuovi semi nasceranno.

Ancora Saturno - Nettuno e il concetto di cittadinanza terrestre:
Non è solo l’ecologia con tutti i movimenti ad essa correlati a indurci a riflettere sul concetto di senso di appartenenza a qualcosa di più grande.
L’astronauta John W. Young, nel suo viaggio sulla luna con l' Apollo 11, vedendo la Terra da lassù, pronunciò queste parole, dal sapore tanto nettuniano:
«Laggiù, in basso c'è la terra, un pianeta biancoazzurro bellissimo, splendente, la nostra patria umana. Dalla luna lo tengo tutto sul palmo della mano. E da questa prospettiva non ci sono bianchi o neri, divisioni tra est e ovest, comunisti e capitalisti, nord e sud. Formiamo tutti un unica terra. Dobbiamo imparare ad amare questo pianeta di cui siamo tutti una piccola parte».
Un’ immagine simile viene riproposta dal biologo Lewis Thomas:
«Vista dalla superficie lunare, la caratteristica più stupefacente della Terra – una cosa che toglie il respiro – è che sia viva.
Le fotografie ci mostrano in primo piano la superficie asciutta e butterata della Luna, morta come un osso calcinato dal sole. Ma alta, librata senza appoggi entro la membrana umida e luccicante del suo chiaro cielo azzurro, c'è la Terra sorgente, unico corpo esuberante di vita nella nostra parte del cosmo. Se rimirassimo quell'immagine per un tempo sufficientemente lungo, vedremmo mulinare i grandi banchi di nubi candide, che coprono e scoprono le masse seminascoste delle terre emerse. E se continuassimo a guardarla per un tempo molto lungo davvero, per un tempo geologico, vedremmo i continenti stessi muoversi, allontanarsi sulle zolle tettoniche che galleggiano alla deriva sui fuochi interni del pianeta. La Terra ha l'aspetto organico, autosufficiente, di una creatura viva, ricca di conoscenza, meravigliosamente capace di amministrare la luce solare che la tocca».
Si è soliti sentir parlare di globalizzazione con riferimento al processo economico di diffusione degli stessi modelli di consumo in tutto il pianeta. Ma questo è solo un aspetto, probabilmente il più deleterio, di questa visione. Globalizzazione può voler dire anche, e soprattutto, che tutti gli abitanti del mondo acquisiscono una nuova identità, scoprendo di essere prima di tutto abitanti di uno stesso pianeta.
Morin, autore di “Terra Patria”, scrive : «dobbiamo ritrovare l'identità dell'uomo non in una omogeneizzazione che "buldozerebbe" le culture, ma, al contrario, attraverso il pieno riconoscimento e il pieno sbocciare delle diversità culturali».
L'identità terrestre diventa così il prossimo grande traguardo della coscienza umana:
«La presa di coscienza di questa comunanza terrestre è l'evento chiave che può consentirci di uscire dall'età della barbarie facendoci comprendere che il destino della nostra specie si gioca collettivamente».
Ancora una volta si noti il parallelismo tra i concetti sopra espressi e i simboli di Saturno e Nettuno.
Saturno, nel suo domicilio in sesta casa-Vergine, pone l’attenzione sul dettaglio, le cosiddette diversità culturali, esso è l’artigiano, che deve imparare a coesistere e trovare la sua giusta dimensione in un sistema più grande, privo di confini, che è la totalità del globo terrestre, il Nettuno in dodicesima-Pesci.

Dal conflitto alla cooperazione:
Ovviamente un ritorno al passato non è possibile e per molti aspetti neppure auspicabile, né penso sia questo il vero senso di un recupero dei valori femminili.
Recuperare l'aspetto femminile dell'esistenza significa dare spazio ai valori legati alla vita, all’amore e alla capacità di riconoscersi parte di un insieme più vasto, per controbilanciare i valori legati alla polarità maschile dell’esistenza, ovvero l’ansia di controllo e di dominio sulla materia.
Si è infatti riscontrato come in culture dove è ancora vivo il senso di appartenenza alla terra esista parallelamente anche un grande rispetto per gli anziani, i bambini e le donne.
Allo stesso modo si fa strada la consapevolezza che molta della sofferenza psichica dell’era moderna porta in sé un profondo senso di lutto per tutto ciò che è andato perso, una vera nostalgia nettuniana per quel paradiso terrestre di cui si conserva la memoria nel nostro inconscio, e a cui tutti vorrebbero tornare.
Eco-turismo, eco-villaggio, eco-psicologia… eco e bio fanno tendenza oggi come oggi, e sembrerebbe solo una moda, mentre se andiamo oltre le apparenze possiamo facilmente renderci conto che si tratta di una nuova grande esigenza, la risposta ad un richiamo, che si sta manifestando a diversi livelli nella società e che trova riposte diverse in ambiti diversi, ma che tendono tutte verso un’unica direzione.
E’ la voglia di "tornare a casa" (eco), di tornare a "sentirsi parte", di riconsiderare la propria identità in termini più ampi, a partire dall’ambiente di cui siamo parte. La guarigione in senso nettuniano è proprio questo, riconnettersi alla vera fonte, ritrovare la via, sanare il grande vuoto esistenziale, ricomporre la dissociazione, in altre parole ritornare a sentirsi parte di quella fonte da cui proveniamo.
Il “ritorno a casa” è un percorso lungo e accidentato, visto dove siamo arrivati, che dovrebbe partire da ognuno di noi prima di tutto a livello individuale, poiché non possiamo pensare di delegare ad enti, governi e organismi ciò che noi per primi non riusciamo ad affrontare nel nostro piccolo.
Solo dall’incontro e dall’integrazione degli opposti prima di tutto nell’animo di ogni singolo individuo, può nascere un nuovo tipo di impegno, sia sociale che politico.
Questo implica il superamento della conflittualità che si trovano fuori e dentro di noi, per aprire le porte alla collaborazione e l’integrazione tra le due grandi polarità, costituite non solo da nettuno e saturno, ma naturalmente da tutti i pianeti del femminile con tutti quelli del maschile.
Diventare “interi” significa individuarsi, nel senso Junghiano del termine, ovvero superare i nostri limiti e complessi, e diventare capaci di far convivere il razionale con l’emotivo, il materiale con lo spirituale, l’uguale con il diverso, ma soprattutto capaci di comprendere la complessità della vita stessa, cercando nuove modalità di convivenza con gli altri e con l’ambiente, nel rispetto profondo di tutto ciò che è vita, dall’essere umano, agli animali, al mondo vegetale e minerale.


Note:

(*1) I termini 'trascendenza' e 'immanenza' indicano rispettivamente un principio che è situato 'al di là' del mondo dell'esperienza e un principio che invece 'rimane in' , ovvero è “insito nel mondo dell'esperienza”, cita Wikipedia. Nella storia del pensiero la trascendenza è un connotato soprattutto di Dio, così com'è stato pensato dal monoteismo ebraico e dal cristianesimo, dando poi origine alla teologia medievale, nella quale confluivano diversi elementi del pensiero greco (ad esempio, la concezione di Aristotele di Dio come motore immobile dell'universo).
Per la filosofia immanentismo diventa sinonimo di panteismo e naturalismo, specularmente opposto a qualsiasi concezione teologica o filosofica di carattere dualistico che intenda Dio come un’entità trascendente e cioè esistente in maniera separata dalle cose.
(*2) L’ecologia nasce dapprima come una branca della biologia, e solo in seguito si suddivide nelle varie sue
specializzazioni, per cui si parla di :
- ecologia ambientale, intendendo la ricerca di nuove soluzioni, anche tecnologiche, che si preoccupino di preservare l’ambiente e le specie in via di estinzione.
- ecologia sociale, che non si cura solo della natura ma della totalità dell’ambiente. Questa branca pone la sua attenzione prioritaria al risanamento ambientale, partendo da un’ottica di sviluppo sostenibile che non infici le risorse della terra e che tenga presente anche le generazioni future. L’ipotesi Gaia ha infatti cercato di dimostrare che le risorse della Terra non sono infinite, anzi stanno per finire, quindi se vogliamo che il pianeta abbia un futuro, e con lui anche noi, diventa necessario creare rapporti più giusti, e lavorare per una più equa distribuzione della ricchezza sul pianeta, nel rispetto di tutti gli esseri animati ed inanimati che lo abitano e che concorrono a formarne la comunità planetaria.
- ecologia mentale, che pone l’attenzione in particolare ai processi della mente ( e le loro radici coscienti e inconscie) che hanno originato i meccanismi di aggressione della Terra, quindi l’antropocentrismo e la guerra contro la terra.
- ecologia integrale, che parte da una nuova visione della terra, inaugurata dagli astronauti a partire dagli anni 60. Essi videro la Terra da fuori. Dalla navicella spaziale o dalla Luna, la Terra - secondo la testimonianza di alcuni di loro - appare come un risplendente pianeta azzurro e bianco che sta nella palma della mano e può nascondersi dietro il dito pollice. Da questa prospettiva, Terra ed esseri umani si mostrano come una stessa entità. L'essere umano è la propria Terra che sente, pensa, ama, piange e venera.
(*3) i capostipiti di questo movimento erano Thomas Malthus (1766-1834), John Stuart Mill (1806-1873) e più tardi William Stanley Jevons (1835-1882) che sollevò il problema dell'esaurimento delle riserve inglesi di carbone.
(*4) Lo spunto per quella che verrà successivamente chiamata "Ipotesi Gaia", viene colto da Lovelock quando è ricercatore alla Nasa e ha il compito di studiare i processi fisici e chimici in atto nei pianeti del sistema solare per cercare di individuare possibili segni di vita. Usando la Terra come punto di riferimento, comincia a spostare la sua attenzione sull'osservazione proprio di questo nostro pianeta, in cui fenomeni che hanno un andamento costante e lineare su Marte e Venere – come la produzione di determinate sostanze in seguito a reazioni chimiche – sulla Terra hanno invece un andamento estremamente anomalo, come se fossero regolati da una specie di centralina interna con il compito di mantenere costanti e uniformi le condizioni di vita. Lovelock coinvolge nella sua ricerca anche una biologa, la Margulis, e insieme scoprono che esiste un delicato rapporto nell'atmosfera, per esempio, tra metano e ossigeno: quando la quantità di metano diminuisce entrano in azione determinati insetti in grado di produrre esattamente la quantità che manca, quando l'equilibrio è ristabilito, cala la popolazione di questi insetti. Il fulcro della teoria è la scoperta di un complesso sistema di meccanismi correttivi e compensativi, simili al modo in cui il corpo di una animale si regola per compensare i mutamenti di temperatura, di composizione chimica o di altre variabili vitali intervenuti nell'ambiente che lo circonda. Tra fattori biologici, meteorologici e geomorfologici vengono scoperte innumerevoli interessanti e prima insospettate connessioni, che insieme creano una complessa rete di interdipendenze volte a mantenere stabili gli equilibri del pianeta.
(*5) L’Agenda 21 è il documento sottoscritto da 180 Paesi durante la Conferenza ONU “Earth Summit” tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992. Tale documento contiene “le cose da fare nel XXI secolo” a livello planetario per rendere sostenibile lo sviluppo del nostro pianeta. Tra i temi al centro di Agenda 21 ci sono l’ambiente, lo sviluppo economico ed i rapporti sociali.
Il dialogo tra amministrazioni, cittadini ed imprese è la chiave di Agenda 21 Locale. In essa vanno a confluire tutte le iniziative promosse dalle amministrazioni locali per supportare Agenda 21.
Nel capitolo 28 di Agenda 21 si legge: "Ogni amministrazione locale dovrebbe dialogare con i
cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare una propria Agenda 21 locale.
Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le amministrazioni locali dovrebbero
apprendere e acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie".

Manuela Caregnato (Vergine ascendente Pesci con Nettuno quadrato a Saturno nel tema di nascita)

Fonti:

. Wikipedia
. Ecopsicologia di Marcella Danon (ed. Urra)
. Articoli di Giorgio Nebbia (professore emerito di Merceologia-Facoltà di Economia, Università di Bari)
. Articoli vari sull’ecologia tratti dal portale ecologista Lifegate www.lifegate.it
. Articolo di Leonardo Boff, tradotto da Silvia Papi, apparso sulla rivista trimestrale "La Stella del Mattino" n.1/2005.

Testo di Manuela Caregnato per https://www.ilcerchiodellaluna.it
Inserito nel sito nel Agosto 2008

 

 

 

 




 

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